PAROLA AFRICANA

Consejo Mundial de Iglesias, Ginebra Suiza. 23 de Noviembre de 2007

Egregi Signori, siamo stati convocati qui oggi dai nostri fratelli Africani, scegliendo come manifesto incontro la “Parola Africana”, originaria di un continente ricco e colmo d’immensi valori umani, alla presenza di ambasciatori pronti a portarla in ogni angolo del pianeta, compiendo così la volontà di Dio, conducendo all’incontro tra uomini e stimolando la condivisione tra coloro che hanno la fortuna di abitare questa terra, cui dobbiamo rendere omaggio preservandola, mostrando rispetto per le differenti culture e coltivandone il bene più grande, la Pace.
L’Organizzazione Mondiale per la Pace, attraverso il Consiglio di Comunicatori e il Consiglio Superiore Interreligioso costituito dai rappresentanti delle religioni e dei culti ufficiali, e presente in oltre 37 paesi del mondo, elegge ogni anno una Città Mondiale della Pace che sia un modello per condotta, solidarietà, educazione cittadina e diffusione della cultura di Pace.
L’Organizzazione lavora inoltre alla realizzazione del programma “Università per la Pace”, seguendo l’esempio della prima Università dell’ONU attiva nella città di Colon in Costa Rica; inoltre per l’anno 2008 sono stati organizzati fori, congressi e conferenze condotte da esperti di differenti discipline e ambiti per dare un contributo concreto a questo programma per una Cultura di Pace e Benessere.
L’OMPP partecipa come mediatore nei conflitti esistenti tra uomini, popolazioni e nazioni, facendolo con la propria voce e impegnandosi al massimo delle sue possibilità in nome della concordia, base e fondamento dell’armonia umana.
Le nostre iniziative sono volte a diffondere e incentivare in maniera permanente il rispetto reciproco, sostenendo l’incontro tra culture senza forzature né imposizioni, salvaguardando il rispetto per le differenze e indirizzando il percorso verso la coesistenza pacifica, secondo i principi fondanti delle Nazioni Unite, Organismo madre, amministratore e reggente basato sul dialogo e sull’espressione dei paesi membri che lo compongo.

Consci della ricchezza dell’uomo di oggi per l’eredità acquisita e per l’impegno profuso, risulterà semplice trovare un punto di partenza comune, poiché ognuno di noi è in possesso dei mezzi necessari e della volontà di farlo per sé, per coloro che ci circondano e per il nostro futuro.
L’uomo di oggi spesso ignora di essere il fortunato erede della storia dell’umanità, colui che ha ricevuto e continua a ricevere conoscenze ed esperienze infinite, giuste o sbagliate, che solo dovrà analizzare e vagliare, scartare ciò che è male e adoperarsi per trarre il massimo vantaggio da ciò che è bene. Tale sarebbe stato il sogno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, se fossero vissuti in quest’epoca di transizione, facendo proprio il coraggioso incontro pacifico e lo scambio tra differenti culture.

Risulta altresì evidente la confusione dell’uomo che vive la ricca era del primo mondo, in parte saturato dalla quantità d’informazioni da cui è bombardato, che lo stesso cervello umano fatica ad assimilare, arrivando immediatamente a perdere, dimenticare o rifiutare le notizie ricevute, fino a confondere la realtà con la finzione. L’uomo non riesce più a comprendere le disgrazie umane, legate alla fame, alla salute, alla cultura, ai disastri naturali, alla guerra e al terrorismo, ricorrendo al comodo zapping o voltando pagina per rifugiarsi in un altro capitolo. Ci sono infine gli appassionati delle statistiche, quelli che si commuovono solo quando il computo di una disgrazia supera i tre zeri, ignorando che anche solo una vita umana racchiude in sé tutto un mondo di continuità e tradizione.
L’uomo di oggi, in alcune parti del pianeta, quando guarda chi possiede di più dimentica la propria immensa ricchezza, spesso mal utilizzata in un’irreale lotta per un potere immaginario, ignorando così la solidarietà verso tutti i suoi simili. Questo al solo scopo di vivere il momento, facendo di questo assurdo egoismo il proprio manifesto, senza pensare che sempre esisterà un futuro per sé e per quanti verranno, e che tutti quelli che convivono in questo habitat che chiamiamo pianeta terra, che ci sostenta e che abbiamo danneggiato in maniera irreparabile, dovranno essere responsabili della sua rinascita con coscienza e grandi sacrifici.

L’uomo, per puro egoismo e ignoranza, si è servito degli sforzi dell’umanità senza limite e a suo unico beneficio, come fu nel passato con le invasioni selvagge che attentavano alle culture autoctone, distrutte o modificate per interesse proprio, generando odi e rancori che hanno consumato vite e generazioni dimenticate, dimostrando ancora una volta la fondatezza del millenario detto per cui il male produce solo male e il bene altro bene, vero sinonimo di Pace.

Perfino l’uomo più preparato e capace può rivelarsi ignorante, incatenato alle proprie necessità ed egoismi, con lo sguardo fisso e limitato al proprio meschino spazio.
Ma noi, insieme, dobbiamo collaborare per produrre un cambiamento immediato, integrale e durevole che abbia un’origine coerente e solidale.

Dobbiamo lavorare per educare i mezzi d’informazione all’uso di uno stile e un’etica adeguati, affinché questo bombardamento mediatico non produca così tanti feriti e non ignori il conseguente impatto sociale. Allo stesso modo vanno educati quanti ogni giorno assistono, inconsapevolmente, alla catastrofe umana, accompagnati durante i propri pasti dalle immagini delle disgrazie altrui, e perfino infastiditi quando il mondo non fornisce loro questo tipo d’informazioni a cui sono ormai abituati. Questo ha un effetto altrettanto controproducente che crea una cultura negativa, un disinteresse generalizzato nei confronti dei nostri simili, che ci priva della sensibilità umana, che appoggia la recessione conducendo verso la distruzione, l’irreparabile e la disperazione, quando basterebbe solo imboccare il cammino contrario per ottenere risultati opposti. Tutto questo si trasformerebbe in costruttivo se solo ci proponessimo di agire e pensare all’informazione con speranza e finalità positive, indirizzando i nostri sforzi verso quel futuro migliore tanto anelato da molti.

Per questo motivo se ci prefiggessimo realmente di vivere assieme in Pace, obiettivo più che possibile, smettendo di prenderci gioco di un bene così degno dell’umanità come è la Pace, boicottando gli interessi particolari e impedendo a chi persegue la discordia di mascherarsi da agnelli di Pace, ci trasformeremmo in mediatori positivi per giungere, attraverso infiniti cammini, alla concordia, alla comprensione e alla civile convivenza umana.

Per questo motivo la cultura della verità è una delle basi principali per raggiungere l’ideale, che insieme alla franchezza, alla sincerità, alla trasparenza è ciò che preparerà a un cammino retto e senza ostacoli, ed è ciò cui devono tendere i nostri lunghi discorsi e le tante teorie filosofiche, adoperandoci tutti per scrivere un nuovo capitolo di Pace e convivenza, rifiutando la storica barbarie umana.

RIFIUTANDO IL DISORDINE
RIPUDIANDO IL SUPERFLUO
LA CATTIVA INTERPRETAZIONE DI DIRITTI E DOVERI
LA MANCANZA DI RISPETTO
LA PERDITA DI CONTROLLO
IL DISINTERESSE VERSO I NOSTRI SIMILI
L’AMBIZIONE SFRENATA
LA MANCANZA DI SOLIDARIETÀ E DI AMORE

Solo rafforzando la nostra fede nel futuro, che sempre è esistito e sempre esisterà e al quale dobbiamo tutto quello che abbiamo, saremo in grado di estirpare la diffusa idea di vivere l’attimo, illuminata dagli effimeri lampi d’irresponsabilità che durano solo un istante.

In tutto questo non dimentichiamo l’Africa, da sempre rassicurata da promesse internazionali che puntualmente vengono disattese, discriminata, teatro di crimini storici, di selvaggi stermini condotti da governanti ambiziosi, animati solo dal proprio interesse senza alcuno scrupolo verso il resto dell’umanità.
L’Africa, come giustamente espresso da questo eccellente autore e rappresentante della diplomazia mondiale, nonché politico, economista e alta autorità delle Nazioni Unite, Issa Ben Yacine Diallo (ex capo di gabinetto del Segretario Generale Kofi Annan), è un continente di grandi ricchezze, culla dell’umanità e futuro granaio del mondo.

Issa Ben Yacine Diallo, presente oggi in sala, ci farà l’onore di parlare delle sue varie esperienze in campo internazionale e nell’Organizzazione Mondiale, attraverso la presentazione dell’ultimo libro sulla sua amata terra, l’Africa, dal titolo “Un nuovo spazio africano e suoi fondamenti”.

L’Organizzazione Mondiale per la Pace è lieta di partecipare a questa riunione assieme ai fratelli Africani. Non ci resta che ringraziarVi per averci offerto tale opportunità, confermando che continueremo fedeli al nostro ideale di servire l’umanità.

Carlos Peralta
Presidente
OMPP WOFP
Organizzazione Mondiale per la Pace

 
 

   
 
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